Roma – In un momento storico in cui il coinvolgimento delle specifiche competenze dell’informatica forense è cresciuto fino a diventare centrale in ambito giudiziario, continua a mancare un riconoscimento formale e istituzionale degli esperti in questa disciplina. È questo il tema principale emerso durante l’incontro tra i rappresentanti di ONIF (Osservatorio Nazionale Informatica Forense) – Dott. Alessandro Fiorenzi e Ing. Paolo Reale – e gli onorevoli Giovanni Donzelli, parlamentare di Fratelli d’Italia e vicepresidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) e Marta Schifone, parlamentare di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Lavoro.
L’appuntamento, cordiale e ricco di contenuti tecnici, ha avuto come obiettivo quello di sensibilizzare le istituzioni sul ruolo sempre più cruciale dell’informatico forense nel panorama della giustizia italiana, soprattutto in relazione ai procedimenti penali, civili e tributari.
“L’informatica forense – ha spiegato Reale – è ormai uno strumento indispensabile in ogni indagine: dai cellulari alle e-mail, dai computer alle piattaforme social. La professione dell’informatico forense non è riconosciuta come categoria professionale autonoma neanche nella recente riforma degli albi dei CTU e Periti”. Un’assenza che genera squilibri anche economici: “Parliamo di compensi da 4 euro l’ora. È evidente che chi ha reali competenze e titoli si allontana da questi incarichi, lasciando spazio a profili spesso non adeguati”, ha aggiunto Fiorenzi.
L’Onorevole Schifone, già promotrice dell’istituzione della settimana delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (Stem), ha mostrato attenzione e consapevolezza rispetto ai temi delle professioni tecniche, già oggetto di proposte di legge a sua firma. ONIF ha ricordato che già due anni fa era stato presentato un pacchetto di proposte al Ministero della Giustizia, con l’intento di avviare un dialogo costruttivo sulle necessità della categoria.
Tra queste, la necessità di riconoscere la professione dell’informatico forense e regolamentarne l’accesso, anche prendendo riferimenti utili dal modello olandese NRGD (Netherlands Register of Court Experts). “Non si tratta di escludere nessuno – ha detto Reale – ma di garantire che chi si presenta come esperto possieda davvero le competenze tecniche necessarie per trattare la prova digitale”.
L’onorevole Donzelli, con tono pragmatico, ha riconosciuto l’importanza del confronto con chi vive quotidianamente queste problematiche e ha aperto alla possibilità di un coinvolgimento diretto di ONIF nei lavori parlamentari, nell’ottica di acquisire un punto di vista tecnico qualificato, a supporto delle attività delle Commissioni, su temi complessi quali quelli dell’informatica e più in generale delle tecnologie digitali. In conclusione, si è convenuto sulla necessità di un cambio di passo: “La giustizia ha bisogno di competenze – ha detto Fiorenzi – ma senza un sistema che valorizzi chi le possiede, il rischio è che a perdere siano i cittadini e lo Stato”.